Quantità e qualità…

E’ sufficiente avere come vicino un cane che abbaia continuamente per capire “che mutamenti puramente quantitativi possono risolversi a un certo punto in distinzioni qualitative” (Hegel).
Oggi il solo fatto di vivere una realtà dove il mondo digitale affianca continuamente (continuamente) il mondo reale è un qualcosa che incide in modo incredibile su ciò che, qualitativamente, siamo.
Ma non è l’unico elemento; sta cambiando anche la natura e la “qualità” del digitale che diventa sempre più vicino e indistinguibile da noi e con l’obiettivo e le potenzialità di entrare sempre di più, dentro alla nostra mente e al nostro corpo.
Se mi chiedo se siamo pronti la risposta e no: credo che lo sforzo sia quello di essere e di diventare consapevoli di quanto siamo deboli come uomini singoli e di quanto siamo forti come “insieme”.

L’immagina è quella di una massa, anche pacifica, che si sposta, da seguire, da guardare, da capire, consapevoli della nostre debolezze ma anche di quanto possiamo vedere, guardare, cercare di capire, seguendo la massa (mi spiace, non penso ci sia altro modo), ma senza farci travolgere .


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