“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” diceva Shakespeare.
Ma ora che ci viene disegnata la possibilità di immergerci in qualcosa di così vicino al sogno dove però possiamo muoverci e comprare t-shirt dall’altro capo del mondo pur rimanendo sdraiati sul nostro letto?
Che potenza avrà un “patto narrativo” in un contesto di realtà virtuale al tempo delle neuroscienze, delle biotecnologie, dell’AI, di multinazionali che in qualche modo governano miliardi di individui?
Sarà semplicemente meraviglioso?
Quali saranno i limiti dei “viaggi”? Dei mondi? La morale, le “regole” ad esempio sull’impiego di sostanze stupefacenti o, meglio, sulle stimolazioni esterne (fisiche) sul nostro cervello o sul nostro corpo? E l’effetto di queste esperienze una volta tornati al mondo fisico?
Le dipendenze ecc…
E chi saremo noi? Cittadini? Di quale stato? O avatar anonimi liberi di fare (e subire) qualsiasi cosa?
Siamo in un contesto “globale” ma dove le nazioni hanno sviluppi tecnologici e approcci assolutamente non omogenei e anche all’interno delle stesse nazioni, i singoli individui hanno visioni, sensibilità e consapevolezze molto diverse.
Si formeranno altri stati e mondi trasversali con altre logiche altre monete altri linguaggi? E gli stati “veri”, dovranno supervisionare e in qualche modo proteggere i cittadini? Oligarchie di “integrati”, esperti, dovranno decidere per chi sarà completamente escluso dal capire questi mondi? Rinunceranno al loro potere? Come faranno a tutelare i loro cittadini?
Abbiamo davanti mondi nuovi, da creare e vivere?
O magari non succederà più di tanto, con tanti mondi che si svilupperanno in dinamiche verticali, magari con spazi super immersive di gioco ecc. applicativi per incontrl business super professionali o “dark room” virtuali per emozioni hot, ma senza la creazione di un vero e proprio “universo”?
Umberto Eco parlava di apocalittici e di integrati. Mi sentivo decisamente integrato con la nascita del Web a fine anni ’90.
Oggi, ammetto, a volte, mi sento un po’ più spostato verso l’ “apocalittico”.
Vedremo…
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