La nostra mente ha bisogno di credere che ciò che ha davanti a lei sia vero.
La nostra natura umana ci chiede di credere nelle storie del gruppo al quale apparteniamo.
Ma avere un modello, una rappresentazione errata del mondo, può non essere conveniente: se credo (perchè magari me l’hanno detto) che quella curva posso prenderla agli 80 km/h e invece è un tornante in discesa di una strada di montagna beh… arrivare a quella velocità potrebbbe essere un problema.
Se poi nel nostro gruppo di umani sono presenti compagni di viaggio artificiali che hanno una visione del mondo più oggettiva, che misurano esattamente il raggio della curva, la pendenza, il fondo, ecc. e non sono in balia di emozioni e credenze questi potrebbero essere in netto vantaggio rispetto a noi creduloni.
Quindi: come giudichiamo come vero ciò che sentiamo, vediamo, ci viene raccontato?
Quali sono i criteri sui quali baseremo poi le nostre azioni? Quanto frenare prima di una curva, quale shampoo comprare, in quale dio credere, il candidato da votare ecc.
Difficile…
Ma per prima cosa trovo utilissimo il principio per cui è chi afferma qualcosa che deve fornire le prove, non viceversa.
Posso inventarmi la teoria della coscienza gravitazionale, dell’energia psico-quanto-dinamica, delle onde super-mentali e per ciascuna di queste trovare parole emozionali e collegamenti pseudo verosimili ma tutto questo, se non ha fondamento, se non ha una base solida e falsificabile (Popper) non porta ad arricchire il mio modello del mondo con qualcosa che serve al mio benessere e potrebbe farmi uscire di strada o affrontare quella curva meno velocemente di quanto è possibile fare.
Ma lascio parlare Russell:
«Molti benpensanti si esprimono come se fosse compito dello scettico smentire i dogmi e non del credente dimostrarli. Se io sostenessi che tra la Terra e Marte vi fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un’orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se, visto che la mia asserzione non può essere smentita, io sostenessi che dubitarne sia un’intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se però l’esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l’esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all’attenzione dello psichiatra in un’età illuminata o dell’Inquisitore in un’era antecedente.»
Immagine by Midjourney